Alma non satia in povera misura,
Hà ne la copia sua fame inquieta;
E se ’l ben, ch’anhelo, mai non raguna;
Delitto è di desio, non di sfortuna.
Forse avverà, ch’al ben oprar m’inspire
Solitario confin di chiuse Valli.
Langue hoggi il vezzo, ove non è che ’l mire,
Ch’anco la gloria sua tentano i falli.
Non vuol Boschi superbia; e human fallire
Specchio non vuol di liquidi cristalli,
Là sù le vie d’adulator ripiene
Non favolose colpe hoggi han le scene.
Volea pur dir, perche de Vecchi il petto
Naturalmente i Cicalecci esala:
E però de l’Aurora anco il Vecchietto
Fu convertito in garrula cicala;
Mà da Bauci à tacer videsi astretto,
Ch’un’appesa caldaia à terra cala.
Per quì lavar con rusticani arredi
La non pedestre impurità de’ piedi.
Scalza i Numi il buon Vecchio, e in genocchione,
A non creduti Dei celebra honore,
Lei terge, asciuga, e in ristorarli pone
Grande humiltà, gran carità di core,
Mentre salia de la devota attione
Al Ciel de’ Nasi il sacrificio odore,
Queste insegnar le Deità mendiche
Norme cortesi à le Rozzezze amiche.