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256 | Delle Frascherie |
vere in ampia forma una Favola di Ovidio, nell’Ottavo delle Trasformationi, della quale: se non vi sarà noia l’intenderla, spiegherovvi io la sua alterazione ingegnosa, in questo vaghissimo Componimento di Ottava Rima, che si compiacque di comunicarmi stà mane. Quì parendo ad Egideargo; che Teledapo con un sorriso tacito; e che il resto de i mentovati Amici con le loro instanti preghiere à i suoi ragionamenti acconsentissero, doppo la lettura di un anteriore argomento, prese per lo filo à distendere della promessa inventione la tela; e così cominciò.
Isolutosi Giove di punire alcuni empi Habitatori della Frigia; si maschera da huomo in compagnia di Mercurio; e calato in Asia, in habito di mendicante, và chiedendo elemosine col Figlio. Molti li dileggiano, tutti li scacciano, ne trovano chi soccorra loro di un minuzzolo. Finalmente fuori una Città della Frigia, s’abbattono nella sozza Capanna di Philemone, e di Baucide, Marito, e Moglie, che fin da i primi anni, sposatisi, s’erano concordemente in quel Tugurio invecchiati. Quivi giunti gli sconosciuti Dei, chiedono mercede; e Mercurio, che traheva seco la Lira, di