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254 | Delle Frascherie |
dagno di cinquecento scudi, che divisi in collane, e monete ch’io teneva frà i nascondigli del Vestimento riposti, ripresi tosto con la mia ricuperata letitia, e senza necessità di sprone il cammino. Intanto i miei Compagni, che, come dissero non havrebbero cuore di fuggire all’indietro: perche parve loro, di esser posti in mezzo da altri della Squadra, che di sotto erano risolsero di sbuccar fuori, e di riporsi tutti nell’arbitrio della Fortuna; Onde gli Assassini, rovesciando ne i fuggiaschi huomini quella fame, che havevano poco anzi sostenuta nel volontario digiuno delle mie monete, svaligiarono ad uno, ad uno i Passeggieri tutti, di quanto puotè rapire la violenza; ò sacrificare in dono la paura. Per lo beneficio dunque, che trassi io da i malefici influssi di quei Malandrini, esagerai frà me stesso questi sentimenti, quando in sicuro mi viddi.
Che in questo tempo a i poveri Poeti
Rubano ai Donator, donano i Ladri.
Maraviglioso oltre misura parve l’avvenimento, contato da Teledapo, e conchiusero tutti, non haver mai udito Ladro men degno di corda, o più cordiale di colui; ma perche nelle mondane cose, come cantò il Lirico.