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Fascio Terzo. 249

     Già ritrovato fù,
     Perche dovea quell’inventor Cervello
     Schizzar in lui qualch’escremento in sù.
     Se pur nol ritrovò,
     Per poter dire io fò
     Contro a l’uso comun lubrica l’opra,
     ... gli altri di sotto, & io di sopra.
Attaccato al Cordone
     Gira d’intorno intorno
     Di più colori adorno
     Un Fondico di Nastri in processione.
     Onde colui, ch’entro Venetia stasse,
     E tal moda osservasse,
     Senza dubbio diria,
     Ch’un Rialto di testa è Merceria;
     Mà con moto più bello,
     Poiche di seta il laccio
     Fà corona al cervello,
     Chiamarei l’Inventore un Cervellaccio,
Mà il Giubbone un usanza
     Di rotonde faldiglie, e di minute,
     Ch’aperte ne la panza
     Forman punte cornute:
     E rassembran la Luna, all’hor che torna
     C’hà due dita di falde, e mostra corna.
Le Falde di costoro,
     Forse, per farvi entrar l’aura di state,
     Han d’occhiute Finestre un Corridoro
     Ove non stanno mai stringhe affacciate:
     Che le povere Stringhe esiliate
     Nel giro de’ Calzoni
     Se ne stan pendoloni,
     E de’ puntali suoi decapitate: