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Fascio Terzo. 247

cio val di ragione, per difendere hora la partialità vers’uno, hor l’antipatia verso l’altro; ma quì, che più li condanna, è che non curano di far le Scimie dì quei tali, che farebbono volontieri con essi da Leoni infermi, per divorarseli. Vedete di gratia, come l’Italia ha copiati in mè gli originali di quei popoli, che già furono le copie de i suoi Originali. Osservate la sconciatura del mio habito, la polvere di Cipro sul mio capo, la moda della barba raliccia, del Capello aguzzo, de i Nastri confusi, del Giubbone smilzo: de i Calzoni sfondati, e dello Stivale piegato a barca, e piantato a corna. Questa è una forestiera Moda, piaciuta all’Italia, perche altri l’usa: usata in Italia, perche altrove piacque.


A
Prima vista pare,

     Che giovenil Brigate
     Usino in capo lor mode Fornare,
     Mentre portan le chiome infarinate,
     Però direi, quando a la Donna bella
     Il Giovane vuol bene,
     Che mal non è, se ne la Testa tiene
     Del pane i segni, un ch’a la carne uccella.
Stravagante pensiero,
     Gl’altri con color nero
     Tingono in sè la verità canuta,
     E ne’ nostri paesi il Cavaliero
     In bugiarda canitie il capo muta;