Non havea questa Cella
Altro Quadro di stima,
Ch’una Conclusioncella,
Che discorrea de la materia prima;
E ciò con gran ragione,
Perche la conclusione
Sopra quel muro bianco
Era prima materia, e l’ultim’anco.
Ne la Camera haveva
Uno scabello schietto,
Ch’era d’un piede zoppo:
Nè poco era in effetto:
Perche il Padron diceva,
Questo Scabello è troppo,
Se vuol meglio seder, seda sul letto.
Gli servia di Buffetto
De la larga finestra il Tenitorio,
Gli servia di scrittorio
Un certo repertorio
Che più caro tenea de le pupille,
Dove il filo chiudea, l’Ago, e le spille.
Con quest’armi emendava
Cento rotture, e mille,
Che frà ’l tempo, e i calzon nascer mirava
Onde l’Ago chiamava
La bell’Asta d’Achille,
Che feria le Calzette, e le sanava.
Mà per tornar del mio discorso al punto
Già che d’Argo si parla, e di cucire,
Volse un giorno costui, pria di morire,
Con la Turba compagna
Traspiantar il suo mal ne la campagna,