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240 Delle Frascherie

pa ad un togato Corteggiano, in occasion di certo Tabacco, inviatoli. Il Madrigale era tale.


M
Ando polvere a voi da far stranuti

Ch’essendo un Cortegian di lunga vesta,
     E forza al fin c’habbiate fumo in testa
     E gran necessità, che Dio v’aiuti.

Egideargo, il quale soleva con pari energia detestare bene spesso i compagnevoli costumi delle Corti d’Asia, prese licenza di recitar anch’egli il seguente componimento SOPRA UNO SPELATO CORTEGIANO, il quale incarognito nelle marce Speranze della Corte, risolve un giorno di ritirarsi in Campagna, e di cantar ivi una grave Canzonetta in lode della Speranza.


N
El mondano Spedale

     Giacea con mal di Cortegiane flemme
     Certo Mattusalemme,
     Disperato era il male:
     Mà con sperar vivacchiando ad hore;
     Perch’a l’uomo che more
     In Cortegiana stanza,
     Macinato Giacinto è la Speranza.
Se volete un estratto
     De la Camera sua, de le sue forme,
     Vi fo saper, ch’ell’era nuda affatto;
     Perche nuda è Colei, con cui si dorme.