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Fascio Terzo. | 231 |
che son amati, s’inalzano; & altri, non perche odijno, mà perche sono odiati, s’abassano.
Nelle impressioni delle Lettere, i dotti, e le Carte son quasi il medesimo in Salonichi: perche le Carte da gli Stracci nacquero, e i Dotti frà Stracci vivono. Molte volte è Giudice del merito d’un Letterato più la Vista, che l’Udito: ond’io direi, che le nostre Donne hanno più senno di quei Satrapi; perch’essi nello scegliere un Huomo al loro servitio, s’appagano dell’apparenza: e queste nel comprare una pentola, la provano col tintinno.
Formano però anche là un ottima eccettione alla cativa Regola alcuni Personaggi per Ingegno, Natali, e Virtù d’animo esemplari, e di stima degni, e questi non disdegnano di riconoscer gl’inchini d’un Letterato, e di specchiarsi in esso, sapendo, che i Promontorij specchiano le loro gigantee alterigie in quell’onde, che lambiscono i loro piedi; mà perche i Buoni si contano hoggidì, come le Bocche del Nilo, vi sono anche molti per contrario, che chiamano la Poesia Lamina d’Orpello; perche hà splendore nell’apparrenza, mà non vale, che ad ingannare, & à stridere, & altri sono, che commendano i Poeti, per trarne lodi; non amano di comandarli, per dar loro mercedi; e così può dirsi della Poesia, come cantò della Bontà