Hor, se udia del cenar l’hora vicina,
Tirar facea di Sposo Gallo il collo,
A cucinar ponea Madre Gallina.
Questi tal’hor move un bel ballo al bello,
Et hor lassa l’alesso, e l’osso gitta,
Raschia pelle, fà palle, arroste pello.
Hor fatta hà fetta, e à lo Schidon l’hà fitta,
Hor tiene pala, augel pela, e in pila il caccia,
Hor de’ pesci una frotta in fretta hà fritta.
Sotto il Camin, s’altri a l’insù s’affaccia
Vede invention, da raggirar Schidone,
Senza un aiuto minimo di braccia.
Mentre a la sua paterna ragione
Il fumo sale atro vapor cocente
Fà una lastra, che incontra, andar girone
Muove questa di par ferro pendente,
E al ferro al piede lo schidone eretto,
Volve in rota dentata esca di dente.
Oh de l’human saper parto negletto,
Per cuocer l’esca a i forastier budelli,
Del fumoso vapor fassi un Valetto.
Hoggi effetto, e cagion sembran fratelli;
Nè fia stupor, ch’al fumo esca si volti,
Se fumo d’esca ancor volta i cervelli.
L’Hoste intanto trahea cibi non molti
Sù mensa angusta: e d’ogn’intorno havea
Suùdura Panca i Passaggier raccolti.
Di Nasturcio, di Malva, e Dragontea
Comparve un Insalata purgativa,
Buona da entrar, donde scappar dovea.