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224 Delle Frascherie

Hor, se udia del cenar l’hora vicina,
     Tirar facea di Sposo Gallo il collo,
     A cucinar ponea Madre Gallina.
Questi tal’hor move un bel ballo al bello,
     Et hor lassa l’alesso, e l’osso gitta,
     Raschia pelle, fà palle, arroste pello.
Hor fatta hà fetta, e à lo Schidon l’hà fitta,
     Hor tiene pala, augel pela, e in pila il caccia,
     Hor de’ pesci una frotta in fretta hà fritta.
Sotto il Camin, s’altri a l’insù s’affaccia
     Vede invention, da raggirar Schidone,
     Senza un aiuto minimo di braccia.
Mentre a la sua paterna ragione
     Il fumo sale atro vapor cocente
     Fà una lastra, che incontra, andar girone
Muove questa di par ferro pendente,
     E al ferro al piede lo schidone eretto,
     Volve in rota dentata esca di dente.
Oh de l’human saper parto negletto,
     Per cuocer l’esca a i forastier budelli,
     Del fumoso vapor fassi un Valetto.
Hoggi effetto, e cagion sembran fratelli;
     Nè fia stupor, ch’al fumo esca si volti,
     Se fumo d’esca ancor volta i cervelli.
L’Hoste intanto trahea cibi non molti
     Sù mensa angusta: e d’ogn’intorno havea
     Suùdura Panca i Passaggier raccolti.
Di Nasturcio, di Malva, e Dragontea
     Comparve un Insalata purgativa,
     Buona da entrar, donde scappar dovea.