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210 Delle Frascherie

bia in hospitio il Cielo; anzi quella insatiabile incostanza della nostra humanità, che altro è ella, diceva un Re savio, ch’un Peregrinaggio della nostr’anima immortale? La quale, come sorta di là sù, cerca, sempre, e nuove vie appetisce; nè prima si raccheta, ch’alla sua patria non ritorni. I cadaveri soli non peregrinano; ma per gli honori, che danno loro i Tempij, e per lo propugnacolo d’una corruttibile materia non disdegnano frà le condotte de’ vivi di peregrinar i balsami della Giudea, e gl’incensi da Saba.

Il viaggiare compone gli animi, desta i membri, instruisce le menti, avventura le fortune.

1Fin un cieco Poeta, che di peregrinare con frutto incapace, per formar la vera Idea d’un prudente, in agitatione di Peregrino lo finse. Si devono, in ammassar vantaggi di Virtù, imitar le Api, che vagando anch’esse tra’ fiori, per succhiare i più atti alla compositione de’ loro liquori, e disporli ne’ Favi, si può dire, disse Seneca, 2 che non habbiano la scienza da far il mele, mà di raccorlo. È politica da Moscovita non permettere, che i suoi peregrinino, acciò che allettati dal diletto d’una libertà esterna, non si scuotano de’ suoi dominij tirannici il giogo.

Son Palestre tal volta di rincrescevoli


  1. Hom.
  2. Senec.