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Fascio Primo. | 21 |
menti, e se le lettere furon parti in voi d’un’industriosa fatica non vi venga humore di dar loro entro un neghittoso otio la tomba. Non v’è il più povero d’un ricco avaro, nè il più ignorante d’un dotto torpido; ma dirò meglio. E così vergognoso perdere il posseduto, quando si trascura, com’è difficile il ritinere quel che s’hà quando non esercita. I segreti studij non così vagliono a i profitti, come l’uso d’una palese reminiscenza,1 Plus si separes, usus sive doctrina, quam citra usum doctrina valet, disse Quintiliano. Se ’l moto di ruinose guerre ci toglie hoggi il concorso d’una compotenza emula, l’otio d’una privata pace non ci negherà almeno d’un compagnevole riscuotimento la mossa; nè sarà poco a chi non può appagare i desiderij del sapere, il grattarne i pruriti. E vero che
2Tunc bene fortis equus reserando carcere currit,
Cum quos preatereat quosque sequatur, habet:
Mà se l’esempio dell’altrui carriere non sarà sporone a’ progressi nostri, potrà ciascuno di noi conchiudere con Luciano, che 3facillimum est iuxta proverbium solum currentem vincere.
Mentre con iscambievoli ragionamenti giva Stamperme disponendo a’ vir-