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Fascio Terzo. | 203 |
non havria colà appreso il modo di metter in ordinanze le schiere, & additatolo à noi, per porre in disordine il mondo, se le Grù non peregrinavano in aria.
Prima che Roma dall’influsso delle Greche nationi s’effeminasse, fù Republica in Grecia, che per non far contagio tra’ suoi de gli stranieri costumi, ò perchè il curioso i suoi segreti non investigasse, vietò il peregrinaggio, e l’hospitio. Sotto intendevano però gli Atheniesi la nobiltà delle loro schiatte nella figura d’una Cicala, che come dicevan essi, nel Territorio ov’è nata, mena, e compie sua vita. 1Adduce Aristotile l’esempio di molte Città, alle quali recò il Peregrinaggio infortunij; mà senza ricercarlo in esso, sappiamo ben noi quanti popoli invaghitisi delle Europee delitie, per testimonio de’ peregrini relatori, peregrinando poi da remota parte a’ saccomani delle medesime, flagellarono con l’ire de i militari incendij l’innocenze di molti Regni.
Il fumo della Patria è più lucido del fuoco de gl’altri Paesi; e nel godimento di questa consiste la vitalità, e la tranquillità humana. Interrogato Stratonico, che navigli eran più sicuri, rispose, quegli che stanno in secco. 2 Il Re Ugige chiese all’oracolo d’Apolline, qual fusse il più fortunato del mondo, rispose, l’oracolo, esser