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Fascio Terzo. 199

meno delle vedute novità, che de i provati disagi, suscitò in commune un quesito di tal tenore. S’ERA UTILE IL PEREGRINARE, O NO.

Rorazalfe, che la dimora nella Patria difendeva, contra il parere di Teledapo, che il contrario sentiva, espose i suoi eloquenti sillogismi in tal guisa.

1Quid brevi fortes iaculamur ævo
     Multa? Quid terras alio calentes
     Sole mutamus, patriae qui exul
     Se quoque fugit?

Cantò il Lirico.

Bramano di gir vagando i mortali; nè si avvedono, ch’anzi d’esporsi ad un finito peregrinaggio, infinitamente peregrinano. Il desiderio, che solo si pasce di quel che mancali, non è altro in noi, ch’un viaggio senza termine; onde i pensieri humani assai più fremono di quei mari, che di valicare s’anhelano. 2Scandit aeratas vitiosa naves cura, soggiunse Horatio.

Che giova all’huomo da l’un Clima all’altro la fuga, se il desiderio, che l’accompagna, non è vehicolo, da alleviare alle sue agitationi à noia; mà una Sarcina, che quanto più il grava, più veloce lo sprona, più curioso l’inoltra? S’ama egli da pungolo sì importuno liberarsi, non fà di mestieri, che altrove sia; ma un altro. 3Nusquam est, qui ubique est. L’astinenza d’un


  1. Horat.
  2. Horat.
  3. Senec.