Haver Seneca tutto per le mani?
Nè saper poi, quando una lingua abbaia
Che mordon sol gli sconosciuti i Cani.
Certe parole di tela Cambraia
Mostrar ne le promesse, e tosto vario
Far opre di Puzzol, voci di Baia.
Cinque officij voler per un salario;
E per vestir la pelle d’un Padrone;
Starsi dishumanato un Segretario.
Bandir fiasco da mensa, e a discrettione
Star d’un Coppier flemmatico, e volere
Patir di sete per riputatione.
Ma son pur pazzo anch’io, meglio è tacere,
Parlar poco del molto è una follia;
E i capi human son di follie miniere.
Frà le Turbe che passano per via,
Poche danno hoggidì saggio di sagge,
E chi fà da Sennucio, hoggi è Mattia.
O fortunate voi Fere selvagge,
Che sotto i Padiglioni de le Stelle
Premete i Matarazzi de le piagge.
Voi fortunate Pecore, & Agnelle,
Senza che la misura vi pigliate,
Nascete con le gonne de la pelle.
Se ’l Ciel vi guardi d’esser scorticate,
Ditemi in cortesia, s’Esopo vuole,
Qual perdita è cagion, che guadagnate?
Chi non vi fà seguir dogmi di scole,
O stil di Corte? e chi fù in voi cagione,
Che d’errar, di penar cor non si duole?
Chi v’hà levata tanta soggettione
D’aprir lo Scatolin de le Creanze?
Buon dì, buon anno, e servitor Padrone.