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194 Delle Frascherie

Haver Seneca tutto per le mani?
     Nè saper poi, quando una lingua abbaia
     Che mordon sol gli sconosciuti i Cani.
Certe parole di tela Cambraia
     Mostrar ne le promesse, e tosto vario
     Far opre di Puzzol, voci di Baia.
Cinque officij voler per un salario;
     E per vestir la pelle d’un Padrone;
     Starsi dishumanato un Segretario.
Bandir fiasco da mensa, e a discrettione
     Star d’un Coppier flemmatico, e volere
     Patir di sete per riputatione.
Ma son pur pazzo anch’io, meglio è tacere,
     Parlar poco del molto è una follia;
     E i capi human son di follie miniere.
Frà le Turbe che passano per via,
     Poche danno hoggidì saggio di sagge,
     E chi fà da Sennucio, hoggi è Mattia.
O fortunate voi Fere selvagge,
     Che sotto i Padiglioni de le Stelle
     Premete i Matarazzi de le piagge.
Voi fortunate Pecore, & Agnelle,
     Senza che la misura vi pigliate,
     Nascete con le gonne de la pelle.
Se ’l Ciel vi guardi d’esser scorticate,
     Ditemi in cortesia, s’Esopo vuole,
     Qual perdita è cagion, che guadagnate?
Chi non vi fà seguir dogmi di scole,
     O stil di Corte? e chi fù in voi cagione,
     Che d’errar, di penar cor non si duole?
Chi v’hà levata tanta soggettione
     D’aprir lo Scatolin de le Creanze?
     Buon dì, buon anno, e servitor Padrone.