È medicina, e non fà mai servitio,
Non fà servitio, e a chi la piglia è grata,
Grata è per uso, & usasi per vitio.
A lordar Nasi, e fazzolletti è nata,
Però scerner non sò se più conviene
A i Nasi, ò ai fazzoletti una bucata.
Come in suol polveroso ondose vene
Piovon dal Ciel, così dal naso esclusa
Sù la polvere sua la pioggia viene.
S’a sgravar il cervello un huomo l’usa,
Ragione non havrà, mentre si lagna,
Che leggier di cervello altri l’accusa.
Sempre cola un humor, che il labro bagna;
Ond’io non so, se magni, ò cachi il Naso,
O faccia colation Naso, che magna.
Ecco un altro morbin, ch’esce dal vaso,
Vi son certi hoggidì, vaghi di Nuove.
Che de le cose altrui fanno un gran caso.
Sentir vorrian vittoriose prove
In chi non usa lor mai cortesia,
E in chi non l’odia mai, perdite nuove.
Mai non vider Monarchi, e benche sia
Da sconosciuti Principi negletta,
Li regalano ogn’hor di simpatia.
Quando giunge il Corrier vedesi in fretta
A bocca aperta un flusso di persone,
Correr quasi Gazzotti a la Gazzetta
Se la nuova è conforme a l’intentione,
Crescendo il polso a le Vittorie fiacche
D’una Chiavica fanno un Torrione.
Altre verrà con le sue Nuove stracche,
Che ’l Maresciallo a prese mille picche
Con sei Cornette, ò Corno, che l’ammacche.