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Fascio Secondo. 185

Ma già ch’io vi contai le più probate
     Ragion, c’havesse mai Secol vetusto,
     Di nuove teste homai testi restate.
Dove nacque Pazzia, non si sà giusto,
     Ma benche sia d’origine ferina,
     Molte Città d’esserle Patria han gusto.
Molte fur quelle ancor, che a la divina
     Musa del Greco Homer parria sì fero
     E tutte in litigar giro in ruina.
E perche nel poetico mestiero
     Senno non è senza pazzia, ch’ancora
     Non è senza bugia Poeta vero.
Racconta un certo Autor d’arte canora,
     Che la Pazzia com’a una Savia avvenne
     Dal Ventre di una Testa è uscita fuora
Narra Costui, che la pazzia sen venne
     Di una Donna in balia, Corte chiamata
     Che in officio di Balia la mantenne.
Soggiunge poi, che la Pazzia sia nata
     Dal Capo di un Poeta sì meschino,
     Ch’a pena havea d’uno Spedal l’entrata
 Qui manca il Testo intiero del Lambino;
     Però ch’un certo Sorcio maledetto
     Fece il vero carattere rosino
In questo Foglio si legge imperfetto
     Un nome d’Alessandra, e se non sbaglia
     Dice, Alessandra a lui diè Casa, e letto
Ma par, ch’un altro Interprete prevaglia,
     E per la casa, e letto del Poeta
     Intenda un’Alessandria de la Paglia
Quì comprender si può, perc’han moneta
     Più de’ Poeti i Pazzi, e perche resti
     Frà Poeta, e Pazzia vario il Pianeta.