Pagina:Frascherie.djvu/17


Fascio Primo. 17

per qual d’essi dovevano ricorrere ai Tempij, sacrar le preci, ò detestar i voti, mentr’era certo, che saria stato sempre il peggiore, chi havesse vinto.

Havevano antichi, & onorati affari per l’Ionia alcuni ben agiati Patritij Europei, che per esser dei beni d’una straniera fortuna corredati, men de gl’altri i mali dell’intestine calamità sentivano. Eran costoro dimoranti in Efeso; e quantunque di famiglie distinti, uniti però di volere, ne menavano per lo più frà inseparabili consortij la vita.

Godeva frà questi un vanto di privilegiata Rinomea Stamperme Cavaliero d’alto legnaggio, il qual haveva in se stesso quelle due prerogative congiunte, che frà i nobili individui di quel secolo trovavansi malagevolmente divise, cioè a dire divino Ingegno nelle scienze, & humanissima Idea nei costumi.

S’erano a casa di Stamperme trasferiti in un giorno estivo alcuni de’ praticati Amici, per divertir quivi col sollievo di qualche esemplare ragionamento la noia d’un sonnacchioso meriggio, ma parendo all’hospite, che gl’animi loro fussero anche da un insolito stupore ingombrati, vago di scuotere dalla mesta taciturnità i loro vivaci talenti, prese a favellar ai medesimi in cotal guisa.

Amici. Non sò se vi facciano più guer-