Pagina:Frascherie.djvu/169


Fascio Secondo. 169

Si vede hora, che gl’ingegni hanno anch’essi le loro mode, nelle quali la nuova fà odiar la vecchia, lo stile Asiatico, e lungo de gl’Antichi era una Toga con lo strascio, che più valea ad intricare i piedi, ch’à far vedere le simmetrie della vita. Lo stile conciso de’ moderni è un habito succinto co’ trinci, migliore per pigliar aria, che per accostarsi al busto: insomma 1 nil medium est.

In questo solo direi più accettabile l’antico habito del moderno. Nell’antico, come copioso, poteva il Mastro ristringer la forma; mà nel moderno, come manchevole, non havrebbe campo di dilatarla; così anche l’huomo, ch’è usato à far lunghi passi; saprà accorciarli in un tratto: mà chi non mosse mai pedate, se non tra’ ferri, non saprà di subito adattarsi al corso s’è libero.

Seneca hebbe opinione, che nella diversità de gli stili più, ò meno contratti si dovesse servir al genio delle Nationi, & egli fù uno di quelli, che per piacer à Roma 2 interpungere consuevit, e soggiunge. Oratio proferatur malo, quam profluat. Gli appetiti del secolo non devono esser di febricitante mà di sano; perche 3 docti rationem artis intelligunt, indocti voluptatem, disse Quintiliano: nè concludendo, che lo stile impuntato de’ Moderni possa


  1. Horat.
  2. Senec.
  3. Quint.