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Fascio Secondo. 141

( ) Principio est educendum, ne quod fecit Persius, abstrusam ostentes eruditionem.

Fù amico della brevità, che peccò nell’oscuro: onde il Casaubono, che in questa parte s’ingannò col difenderlo, s’acquistò più il titolo di Reo, che di gloria di Avvocato.

Il Carattere Satirico di Giuvenale è, à credere de’ savij huomini, il più qualificato, & esemplare di tutti: e come disse lo Scaligero, ferneticarono alcuni, dicendo, che la venustà Satirica in essa sia aspra, e temeraria. 1Iuvenalis stiles candidus, ac Satyricorum facile Princeps. Imitar non devesi nelle oscenità licentiose; mà nel resto la sua dittione è epica, il suo metro numeroso, i suoi motivi peregrini, i suoi enthimemi forti, e le sue riprensioni dolcemente con la purità Romana congiunte. Egli solo frà i Latini formò l’Idea della Satira. Seguì i precursori, mà calcò sentiero distinto da’ medesimi; e più acconcio à precorrerli. Scrisse ultimo, mà fù il primo nello scriver meglio. E meglio insomma di Horatio poteva dire in quei versi.

2 Libera per vacuum posui vestigia Princeps.
Non aliena meo pressi pede, qui sibi fidis
Dux, regite examen.

Nella Satira Italiana così avvene.

  1. Scalig.
  2. Iuven.