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138 | Frascherie |
Frà i Latini Satirici più renomati, e letti sono Giuvenale, Horatio, e Persio, tutti come Maestri imitar si possono; mà non in tutto, 1Che nuoce, dice Cicerone, alla venustà d’Apelle giunger in alcuni luoghi l’audacia di Zeusi, la diligenza di Protogene, l’ingegno di Timante, la gravità di Nicofane? Queste qualità miste, & unite alla novità de i proprij artificij, formano così nel Pittore, come nel Poeta una tal maniera, che non altronde, poiche dalla propria miniera può vantar l’origine. Non sortì mai grido di grand’huomo in quest’Arti, chi non hebbe Arte di fabricarsi la proprietà d’uno stile. E atto servile, non saper mover passi, che sù l’impressioni dell’altrui vestigia.
2O imitatores servum pecus, ut mihi sæpe.
Bilem, sæpe iocum vestri movere tumultus,
disse Horatio.
Chi si contentasse della sola imitatione non inventerebbe mai, 3nihil enim crescit sola imitatione, disse Seneca. Nello scrivere si devono seguir le vestigia de’ buoni, ma nella guisa, che fa il Pedante, il quale seguita il discepolo, e pur si dice guidarlo.
Chi è commosso à far Satire da una naturale concitatione d’animo, o libidine d’