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130 | Delle Frascherie |
tà che per lo più a’ costumi dell’animo è convenevole, non fanno i melensi, che il far ridere con maraviglia non è ordinaria fattura; ma come insegnò Horatio ne’ Ridicoli.
1Est quaedam tamen hic quoque virtus.
I Poeti si rassomigliano a Pittori, perche questi, come imitatori di Natura, non restringono la loro Arte più nel dissegno d’un Prencipe, che d’un Paltoniere, e però quei Poeti, i quali, scrivendo in grave, abborrono in altrui quelle argute facetie, di cui inesperti si palesano, può sanamento dirsi, c’habbiano di quel, che non fanno, cioè del Ridicolo.
I due stili, grave, e faceto in due fogge s’adattano alla satira, ò divisi, ò congiunti. Diviso il faceto leggesi in Giuvenale in quei versi,
2Incipe Calliope, licet hinc considerare non est
Cantandum: res vera agitur, narrate puellae.
Pierides prosit mihi vos dixisse puellas
Divisa poi con catena il satirico à questi versi una Virgiliana gravità, mentre dice.
3Cum iam semianimum laceraret Flavius orbem
Ultimos, & clavo serviret Roma Neroni.