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Fascio Secondo. 129

La Satira è un gioco di Palla, che inalzata ricade al basso, caduta rimbalza in alto, con questi cangiamenti tien desto l’Uditore, allettandolo con le dolcezze all’intelligenza di più severi ammaestramenti. Horatio, il qual seppe nella Satira più consigliare, che oprare, diè norma di queste differenze, quando disse.

1Et sermone opus est, modo tristi, saepe iocoso.

Deve il Satirico nella riprensione de i vitij far l’ufficio hor di Rettore, hor di Poeta.

2Defendente vicem modo Rethoris, atque Poetae:
Interdum urbani parcentis viribus, atque
Extenuantis eas consulto.

Mà però è convenevole, che prevaglia più frequentemente nella poetica piacevolezza, come in lui nativa, che nella severità d’Avvocato, come a lui straniera, oltre che non fa ostacolo al credito d’una veridica riprensione il ridicolo.

3— — — ridentem dicere verum,
Quis vetat?

Soggiunse Horatio.

Alcuni abozzati Poeti, ne’ quali le dolcezze fanno bile, si persuadono, le facetie d’una Poesia repugnare alle saviezze de i Compositori; come che i parti dell’ingegno richiedano sempre quella seria gravi-


  1. Horat.
  2. Horat.
  3. Horat.