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Fascio Secondo. 123
P
Erche sia forte un seno,

     Lo Scolar di Galeno
     Suol visitar le debolezze altrui;
     Mà son’hoggi in costui
     L’arte del medicar di varie sorti,
     Per far deboli altrui, visita i Forti.

L’Adulatione, che non favella mai à gli huomini, mà alla fortuna d’essi, eresse già ad un Monarca della Morea una Statua di marmo, mentr’egli era ancora vivo. Stupivano i Savij di questo honore; non meno di quel che fecero i Romani1 nell’erettione, del Tempio sacrato al vivo Nerone, non essendo in uso far pompe divine al Prencipe, se non doppo morte. Aggiugnevasi, che ’l Governo di quel Monarca sapeva di Tirannico; onde solean dire alcuni con escandescenza, che dovea più tosto lo scalpello infiggere nel suo vivo capo un sol colpo, per darli merito di morto, che percuoterne tanti nel suo simulacro, per darli sembianza di vivo. E perch’era sotto la Statua una Inscrittione d’Encomij sì adulterini, che pareva contener più menzogne, che note, un Poeta non oscuro di colà passando, mormorò alcune poetiche censure, lequali apprese tosto dalla rapace memoria d’un Amico, che seco era, furono da quel-


  1. Tacit.