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Fascio Secondo. | 119 |
Drudo motteggiò Rorazalfe, vien a mè in taglio di riferirvi una faceta discrittione di
Mà la censura non può haver titolo di Libello; perche il Poeta nè vi lacera fama, nè vi palesa il nome. Il Sonetto è tale.
Una Moglie posticcia in casa tiene,
E perche in lui l’Original stà bene,
In Corpo Italian copia il suo male.
E liberale, e non hà liber l’ale,
E incatenato, e dona le catene,
Frà la carne del letto, e de le cene
L’oro in borsagli cala, e non gli cale.
Schernisce ogn’un de la sua borsa, i falli,
Nè si dice altro in Campidoglio, e in Banchi,
Se non che sian troppo Piccioni i Galli.
Hor quando sia, che di voler si stanchi
Una Donna da noi gli aurei metalli
Se ne’ gusti d’Amor pagano i Franchi?
Che val, porre in dubbio, disse Stamperme, se le pure facetie, ancorché Satiriche, cagionino diletti, ò risentimenti ne gli animi? Voi sapete, quanto ridesse Effeso di quel mio Sonetto.