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110 | Delle Frascherie |
La Poesia è tale.
Lidia tracciando l’orme;
Nel volto suo deforme
Cerca emendar di vecchia etate i danni;
Mà in van l’arte affatica?
Che per vigor d’uno stillato Aprile,
Sù la guancia senile
Non trahe d’Helena i fior Hecuba antica?
Con purpurei colori
Sparge finte fiammelle in sù le gote;
E crede in noi di non mentiti ardori
Vampe vibrar da le sue frodi ignote?
E se le polpe estinte
D’impallidito labro
Col suo vivo cinabro
L’industre mani hà tinte,
Infra i liquor tenaci
Crede in amor tendere il visco à i baci;
Mà de’ vani artifici
Son le sue colpe ultrici;
E son sue colpe à l’atra notte uguali,
Ch’accresce più, quanto più cela i mali;
Già de i meriggi suoi spente hà l’offese;
E di porpore accese
Tingersi indarno suole,
Rosseggia il Ciel, quando in Occaso è il Sole.
Queste gravi parole,
Fatto un Peleo ne l’ira,
Cantai l’altr’hier sù la Meonia Lira
Quando humor mi saltò
Del ridicolo stil toccar la chiave;
Che malamente può