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Fascio Secondo. 103

vitiosi, è più politica, che giustitia. Timone aborriva l’human genere, col pretesto della colpa: dicea d’odiare i pravi huomini, perch’eran tali; e gli altri, perché non odiavano i pravi, imputò à peccato, non disprezzare i peccatori.

Il Genere del Carme infamatorio è quello, che fù già vietato per la legge delle dodici Tavole; parendo a’ Romani, che le colpe d’un Cittadino alle sentenze de’ Giudici, e de’ Magistrati; anzi che alle censure de’ Poeti si rimettessero.

Variamente però gl’Imperatori antichi di sì fatti Libelli, ò censure sentirono i versi di Bibaculo, e di Catullo, che gl’Imperatori mordevano, furono da Augusto sofferti, e lasciati leggere; è come dice Tacito. 1Non facile dixerim moderatione magis, an sapientia: namque sperta exolescunt: si irascare, adgnita videntur.

Le leggi di Teodosio, d’Arcadio, e d’Honorio furono anch’esse in tali materia piacevoli, nè vollero che i Detrattori soggiacessero à pene. Quel Tiberio, che non lassò giorno religioso senza flagelli, non ne fece caso in principio; come che in una Città2, in cui era libertà nell’oprare, non dovesse à gli huomini imporsi freno nel dire. Conobb’egli all’hora esser follia il credere3, con l’auttorità presente poter estinguere la memoria dell’Età fu-


  1. Tacit.
  2. Tacit.
  3. Tac.