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100 | Delle Frascherie |
Ma forse, che anch’egli non publicava in quel tempo le Satire, perche Libelli infamatorij non si credessero; e ciò par che accenni in quei versi.
1Non recito cuiquam nisi amicis idque coactus.
Non ubivis, coramve quibuslibet.
Comunque fusse, mercè di quel libero Secolo non ne ritrassero mai da’ nominati huomini rincontri di castigamento; onde poteva dirsi di quei tempi, quel che diceva Tacito d’altri.
2Rara temporum felicitate, ubi sentire quæ velis, & quæ sentias, dicere licet.
Persio, che non volle avventurarsi a questa aperta franchigia, con l’esempio del precursore Horatio, riformò con poco in sè stesso la licenza del dir Satirico; mentre col nome aperto pochi della sua Età tassò, e molte volte col supposito nome di Tirio, e di Mevio; e benché una volta un impetuoso sdegno lo concitasse a mormorar di Roma, cominciò però, ma non finì, perche dir volendo per forma d’interrogazione. Chi non è ignorante in Roma? Disse.
3Romae quis non?
Altri tempi, altre cure son hoggi. L’arte del censurar le colpe in iscritto, che di Satirica hà titolo, è divisa fra la pura Satira, e ’l Libello infamatorio.