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L’ortografia del dialetto romanesco | 89 |
della culta italiana favella, ancorchè alterati, o accorciati, come in appresso dimostrerò e per incominciare dagli articoli.
«L’articolo il del nominativo singolare li Romani lo pronunziano el ed alcuna volta er; come in dire: mi ài rotto il capo dicono m’ài rotto el capo, oppure er capo; ma ciò non sempre, nè da tutti; perchè questa più dura espressione viene per lo più usata da’ più rozzi, e quando parlano con veemenza.
«Gli articoli de’ genitivi singolari, mascolino e femminino, del, dello, della, li dicono del o der, de-lo, de-la, dividendo la parola; e quelli de’ dativi al, allo, alla li pronunziano al, a-lo, a-la, gli articoli degli ablativi mascolino e femminino dal, dallo, dalla li dicono dal, da-lo, da-la; e gli articoli dei genitivi plurali delli, delle dicono de-li, de-le; così ancora quelli de’ dativi alli, alle dicono a-li, a-le; ed in ultimo quelli degli ablativi dalli e dalle dicono da-li, da-le.
«La particella di la pronunziano sempre de; come, per esempio, di certo dicono de certo; io fo di tutto, io fo de tutto. E dove dicesi ci vado, ci sto, etc. dicono sempre (invece di ci) ce vo, ce sto.
«Invece di dire gli dico, gli dirò, etc. pronunziano ie dico, ie dirò, etc., ed in ogni vocabolo questa sillaba gli per lo più la riducono ad un solo i; come, per esempio, voglio dicono voio: e per moglie dicono moie, etc. Viceversa, le pa-