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L’ortografia del dialetto romanesco 87

«Le calze le chiamano carzette e tirante.

«Le scarpe le dicono scarpe, fangose e tïèlle.

«Il cappello, oltre di così chiamarlo, chiamano fongo.

«Li calzoni così ancora gli chiamano e bigonzi.

«Il capo lo chiamano di più còccia, tigna, gnucca, cranio, cotogno, cucuzza; e li capelli (oltre di così) li chiamano ciùrli.

«Il coltello lo chiamano cortello e fuso.

«La spia (di più) la dicono minòsa, marrocca, giorgio e campana.

«Le gambe (di più) le dicono staiòle, cianche.

«La fronte, oltre di così, la chiamano la grinza, la fede.

«La barba, oltre di così, la dicono la famòsa.

«Il naso lo chiamano ancora fiocco, nerchia, tiorba, pippa, carciofolo.

«Il mento lo dicono barbozzo, scucchia, tiratóre, fava.

«Il viso in genere, oltre il così dirlo, chiamano faccia, grugno, mostaccio, muso, bàbbio.

«Il messere lo dicono c..., tàcchete, tafanario e chitarrino.

«La m.... la chiamano ancora sfarda, e l’urina la piscia.

«La panza la chiamano inoltre la trippa, el corpo, el ventricolo.

«Il fetore o puzza, oltre di così appellarli, li chiamano tanfo, pèsta, morbo, contàggio.