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Canzoni popolari romane 77


E se campassi altri quattrocent'anni,1, ter
Col..... ch'affitto a li forestiè'.
(Oilà, oilė).
  1. Una variante romanesca, raccolta dal prof. Sabatini, e da lui gentilmente offertami è meno lubrica della nostra, se non altro perchè è priva di una qual certa crudezza di linguaggio; essa poi si accosta sensibilmente alle varianti settentrionali, specialmente a quella trasmessa al Nigra da Bernardo Buscaglione di Biella. La canzone dice:

    Pellegrino, che vvienghi da Roma, (aò)
    Co' le scarpe fine a li piè'.
     (Tiririrondinė)
    Pellegrino, che ss'è straccato, (aò)
    Sopra a ' na pietra se mett' a ssedé'.
     (Tiririrondinė)
    Annette drento a ' n osteria, (aò)
    Je venn' avanti el cammerie'.
     (Tiririrondinė)
    E' bbon di, bbon di, sor oste, (aò)
    Me daressiv' un po ' d'alloggià'?
     (Tiririrondinė)
    Je metténno un sacco de paja; (aò)
    La matina lo trov' a li piè'.
     (Tiririrondinė)
    Quer birbone der pellegrino (aò)
    Ha ddat un bacio a la mia mojë'.
     (Tiririrondinė).

    Come adunque si vede, tale canzone è molto sparsa in Italia, «molto più che non meriti il soggetto», per servirsi delle stesse parole del Nigra (op. cit., 478) . È da osservarsi come non solo nelle varie lezioni italiane di questa canzone, ma anche nelle varianti dello stesso Piemonte si trovi sempre un diverso ritornello.