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Le melodie popolari romane 63

E poi, quelli che ha posto il Marchetti, sono veri esattamente? La cadenza finale in ispecie riproduce l’armonia popolare? O non sono piuttosto dell’autore del fascicolo, che del popolano? Tanto egli che i leggitori possono argomentare la nostra risposta. Ad ogni modo la raccolta del Marchetti, ingegno elettissimo, è una dotta ricerca, ed è la più accurata ed esatta che sia stata mai pubblicata su questo oggetto.

Questo è tutto quanto ci offre la letteratura musicale sopra le canzoni del popolo romano, e forse la scarsezza di trattazioni di questo genere, come fu a me sprone a seguire questi studî, ne farà meno discara la lettura agli amatori di tali ricerche.

Prima per altro di imprenderle non sarà fuori di proposito accennare agli istrumenti di cui si serve il popolo per accompagnare le sue melodie e farò menzione, fra molti, di quelli a cui si ristringe il più comune uso moderno. Fra gli istrumenti a corde tese sono: il mandolino, la mandòla, la chitarra; fra quelli a percussione prendono posto: il tamburello, le nacchere o castagnette.


    nella costituzione modale; riguardo alla quale egli ha seguito scrupolosamente l’andamento dei canti, per la maggior parte basati sulle tonalità della musica antica. Così l’armonia nulia toglie, e forse aggiunge un tanto, al carattere spiccato di quelle melodie. Il Ducoudray è, a nostro parere, il più erudito musicista di quanti hanno raccolto canti dalla bocca del popolo.