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La lirica nei canti popolari romani 43

e l’esastico:

Quattro parole ti voglio ridire
Poi che m’avesti, donna, abandonato.

E la prima è che tu mi fai morire,
E l’altra ch’io vi sia raccomandato,
La terza io non la posso sofferire
Dammi la morte, io sono apparecchiato.

6.

Volesse il ciel che fossi rondinella,
Che avessi l’ale per poter volare,
Entrar vorrei in quela finestrella
Ove sta la mia bbell’a rriposare.

Questo canto è sparso per tutta Italia,1 fino nella lontana Istria,2 ed il suo concetto trova pure una eco nella lirica popolare straniera.3 La lezione romanesca è tratta evidentemente dal tetrastico toscano:

Piacesse al ciel ch’io fossi rondinella,
L’avessi l’ale e sapessi volare!

  1. Pitrè, I, p. 213, c. 60, 61; Vigo, p. 332, c. 1543; Lizio Bruno, Canti scelti del pop. sicil., p. 63, c. 9; p. 93, c. 4; P. 95, c. 5; Lizio Bruno, Canti delle isole Eolie, p. 122; Casetti-Imbriani, I, p. 122; II, p. 87; Tigri, p. III, c. 418; P. 119, c. 448-9; p. 166, c. 625; Guastella, Canti pop. di Modica p. 64-69; Bernoni, punt. III, c. 14; Ferraro, Saggio di canti pop. raccolti a Pontelagoscuro p. 211, c. viii; Arboit, c. 233, 798, 872; Gianandrea, p. 66, c. 95; D’Ancona, p. 187.
  2. Ive, Canti pop. istriani, p. 123, C. 4.
  3. Tommaseo, Canti pop. greci, p. 51; Luzel, Chants pop. de la Basse-Bretagne, II, p. 131.