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28 F. Chiappini

per terra sopra un tovagliuolo, li indicava ai passanti, dicendo con voce piagnucolosa: «Fate la carità a ’sta povera famija ridotta i’ mmezzo a la strada». I Romani, sorridendo, gli gettavano qualche moneta.

Con questo mezzo egli avrebbe potuto tirare innanzi, ma il Governo del papa, il quale voleva che la città fosse compresa di sacra mestizia, gli proibì di mendicare in quel modo ridicolo, che destava l’ilarità anche in coloro che avevano voglia di piangere. Gaetanaccio allora si mise a vendere le corone del rosario, ma questo commercio non gli rese alcun frutto.

Un giorno di quell’anno malaugurato, non avendo pane da mettersi alla bocca, s’impegnò i burattini a un orzarolo di Borgo Vecchio. Finito il tempo della penitenza egli andò a riscattarli, e con gran meraviglia trovò i suoi attori così mal ridotti, che non avevano più faccia da comparire.

Attaccò briga con l’orzarolo, e lo citò avanti al presidente del rione Borgo, chiamandolo responsabile del danno, e volendo esser da lui risarcito, nel qual caso sostenne da se stesso la propria causa con un’eloquentissima perorazione:

«Sapientissimo giudice, egli disse al presidente, osservate in che modo questo perfido gricio1 ha ri-

  1. Grigio o Grigione. Questi merciai di fatti scendevano da quella parte della Valtellina abitata dai Grigioni, come i venditori della carne di maiale venivano e vengon tuttora da Norcia, come i lavoratori del pane vengon dal Friuli, e così via via