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166 M. Menghini

lei annò in chiesa, aspettò er momento che nun c’era gnisuno, s’accostò ar cataletto e je disse: «Questo è lo ’sciugamano che mme ce dovevo asciugà’ le lagrime, questo è lo sforzino che mme ce dovevo strozzà’ e cquesto è er cortello che mme ce dovev’ammazzà’».

Allora lui zompa dar cataletto, je chiese grazzia che l’avesse perdonato. Lei je perdonò, e ccosí mannòrno a scrive’ ar padre, e

Ffeceno le nozze,
Co' ppan' e ttozze,
'Na gallina verminosa,
Evviva la spósa.


NOTE COMPARATIVE.


L’intreccio di questa novella è, come si vede, semplicissimo: una fanciulla s’innamora del figlio di un re, che rifiuta sprezzantemente di unirsi in matrimonio: essa si mette a girare per il mondo, e tre quinti del racconto è assorbito nella narrazione delle peripezie del viaggio; divien ricca, e finalmente sposa colui che l’avea rifiutata.

Per il tema principale della novella si confronti adunque: Cosquin, Les contes Lorrains, Paris, Vieweg, 1885, II, n. 44; Sébillot, Con-