Pagina:Francesco Sabatini - Il volgo di Roma - 1890.pdf/157


Favole romanesche 147


NOTE COMPARATIVE.

La nostra novella, come già osservavano molti egregi folk-loristi, fra i quali l’Imbriani,1 il Pitrè2 e il Maspon y Labrós,3 appartiene a quella specie di filastrocche, le quali si ottengono con qualche sforzo mnemonico; e giustamente l’amico Giannini le ricollega ad alcune canzoni popolari, come ad esempio con quella intitolata Il prete che rimane senza camicia, le quali non sono altro che semplici esercizi di memoria.4 La novella è sparsa dovunque: in Italia, in Francia, in Catalogna, in Germania, in Grecia, in Norvegia, e tutte queste varianti si possono dividere in due grandi gruppi. Nel primo sono

  1. Novellaja fiorentina, pag. 582.
  2. Novelle popolari fiorentine, pag. 232.
  3. Cuentos populars catalans, Barcelona, 1885, pag. 134.
  4. Canti popolari della montagna lucchese, Torino, Loescher, 1889, pag. 211. Anche il Maspons osservò: «Fins los cants populars se n’han aprofitat y podém citar altres, lo cant xvi de la collecció de Poesías populars servas, publicadas par A. Dozon (Paris, 1859, pàg. 244)». Cfr. altresi il recentissimo volume di Canti popolari dalmati pubblicati dal Villanis (Zara, 1890) in cui a pag. 33 v’è una variante della filastrocca lucchese. Un’altra variante romana sarà pubblicata da me nell’archivio del Pitré ne’ Canti popolari romani in corso di stampa.