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136 | P. Barghiglioni |
che si collocarono i conciatori di pelli, e restarono i lettigari, i vectigari e i facchini, che esercitavano l’opera loro all’approdar dei legni mercantili al porto di Ripa magna, e s’incaricavano di trasportare uomini e cose nei punti lontani della città.
E la Ripa romea, o magna (Ripa Grande), era un punto principale del commercio di Roma che non aveva altro adito più commerciale che il Tevere, ed era perciò luogo di traffico e di guadagno; sicchè i facchini di Ripa,1 gli scaricatori di vino (i famosi carrettieri)2 e i cocchieri3 furono e sono gli eredi del sangue, del cuore, della professione di quegli indigeni trasteverini, avvezzi a nuotare nella ricchezza ai tempi antichi, ed anche nei più moderni, finchè i nuovi mezzi di locomozione non tolsero importanza alla via del Tevere e al trasporto delle mercanzie a spalla d’uomo o sui carri.
Per quanto, come vedemmo, monumenti ed edifici privati e pubblici nobilitassero questa XIV regione, pure la Romilla ebbe sempre un carattere che la distinse dalla vera sede dell’impero e poi del papato.
Come nel resto di Roma, anche qui furono cancellate le orme della civiltà pagana, grandiosa, classica, e vi successe il gretto affastellamento di