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L'isola Tiberina, ecc. | 133 |
menti che vi esistevano, come il tempio della Fortuna, il bosco di Furina e delle Carnische, i campi Muzii e Bruziani, gli orti di Cesare, che dopo la sua morte furono ereditati dal popolo per testamento, la naumachia, il tempio di Alessandro Severo, i bagni Empelidi, le terme Jemali di Aureliano, la casa dei fratelli Anici, di cui esiste ancora una memoria nel nome della via sulla quale era fabbricata; infine vi si contavano negli ultimi tempi romani 110 tra strade maggiori e minori, 22 edicole, 445 palazzi, 150 fra case e bagni privati, 180 vasconi, e la regione compresa dalla Romilla al Vaticano aveva un circuito di 33,488 piedi, abitati dal più puro sangue latino, imperocchè in quella XIV regione di Roma i governanti per molto tempo non vollero che si aggregassero ad abitarvi altre genti.
La bassa riva del Tevere fu occupata da pescatori e da conciatori di pelli, dai cardatori di lana, dai lettigari, dai vetturini, dai facchini.1
Vi si annidarono una volta gli ebrei, ma questi, per gelosia di razza e per sentimento religioso, non ebbero coi Romani altro contatto che quello del commercio, di quel commercio usuraio che rese celebre l’acies asiatica.
Per la facilità di trasportare il pesce per fiume, o per la via Portuense, vi fu istituito un mercato di pesce, che vi durò finchè, con pessimo divisa-
- ↑ Lecticarii, vectarii, baiuli.