Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
L'isola Tiberina, ecc. | 131 |
Passato però il vecchio ponte, e tornati dall’isola in terra ferma dalla parte di ponente, si entra nella regione trasteverina.
Quanto interesse avesse questa regione lo dice la sua storia che compendio rapidamente.
Il Gianicolo, protetto alle spalle da più alte colline, cinto alle falde da un’estesa vallata atta a evoluzioni militari, difeso dal Tevere che lo divide da Roma, come posizione strategica, non isfuggì ai nemici di Roma. I Veienti infatti vi piantarono primi le tende.
Tolto loro di mano, restò luogo munito in difesa della città, a lei congiunto dal ponte Sublicio, che cavalcava il Tevere da Ripa romana all’Aventino.
Anco Marzio vi portò i vinti popoli di Palitorio e di Tellene, e ne fece una tribù suburbana, staccata dal centro, ma compresa nella sua Roma; anzi quella regione trovasi spesso nominata Romilla, quasi che nel forte elemento che componevala rappresentasse in piccolo la città regina.
Dagli uomini robusti e audaci di quelle prime legioni romane, da quei vinti generosi discendono senza interruzione nè sensibile incrociamento i nostri trasteverini.
Recanti ancora sulla fronte l’orgoglio di aver avuto un giorno affidato al loro braccio e al loro coraggio la difesa di quell’importante adito alla sede del nuovo impero, stretti in fraterno nodo