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Notizie biografiche di L. Randanini 111

Nel Matrimogno de Ciavattella, Menicuccio fa all’amore con Nina, e Ciavattella vuol supplantarlo. Ciavattella, incontrandosi con Nina, le dice male di Menicuccio. Questi ascolta le sue ultime parole, si fa avanti pian piano, afferra il suo rivale per le spalle e lo volta verso di sè.

Men. A la grazzia, sór Cciavattella.
Ciav. Chi tte cognosce? 1 li porchi?
Men. (risoluto) Abbottate.2
Ciav. A cchi? Te spanzo io.
Men. (cavando un coltello) Abbottate, sinnò
vve fo mmagna’ un parmò de lama.
Ciav. (schermendosi ) Giù er cortello.
Men. (va per dargli) Ah ssanguaccio d’un cane...
Ciav. (gonfia le guance con rabbia, facendo un
visaccio, e Menicuccio gliele sgonfia con la
mano).
Men. A vvo’! (lo volta, gli dà un lattone sul cappello e un calcio dietro) Annate a ccasa, e zzitto, e ssi vv’arivortate ve sottèrro.
Ciav. (va via fremendo) Me je vojo succhià’ er core comme ’na bbrugna.

  1. Voce antiquata; ora il romanesco usa conosce.
  2. Gonfiate le guance. È uno scherzo che i popolani romaneschi usano coi fanciulli, ai quali, fatte gonfiare le guance, gliele sgonfiano con un colpo secco della mano semiaperta. Questo giuoco doveva essere in uso anche in Toscana, perchè Benvenuto Cellini ricorda che il granduca ci si divertiva alle spese del sensale Bernardone, quando questi andava ad offrirgli l’acquisto di un gioiello (Vita di B. Cellini, 1. II, § lxxxiv).