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L’ortografia del dialetto romanesco | 97 |
eccezione, e nella grafia lascia poco a desiderare.
Abbiamo finalmente la recentissima raccolta di Canti pop. romani, che il mio amico M. Menghini va pubblicando nell’Archivio per lo studio delle trad. pop.,1 nella quale si manifesta un tentativo di migliorare la grafia del Belli; ma, forse per la incuria di chi avrebbe dovuto correggere gli errori tipografici, vi si notano alcune mende, delle quali non indicherò qui che le più rilevanti. Il Menghini adunque, mentre generalmente adotta il raddoppiamento iniziale consonantico, il più delle volte se ne dimentica, come osserviamo nei canti: 11, 33, 82, 103, 143, 152 183,
- ↑ Vol. IX, p. 33 e 247. Il Menghini nella sua prefazione chiama «grande e immeritata accusa» il credere che Roma non sia «provvista di canti popolari in tanta copia e così belli come quelli delle altre provincie d’Italia» (p. 33; cfr. Volgo, I, 35); ma di ciò dirò altrove in più opportuna occasione. Quindi, parlando de’ raccoglitori di canti popolari romaneschi, pone la mia raccolta (Saggio di canti pop. rom., Roma, 1878) fra quelle compilate da coloro che «non posero la debita cura nel dare alla scienza il frutto delle loro fatiche» (p. 33); eppure le mie annotazioni ai canti e le osservazioni complementari meritarono gli elogi del D’Ancona e di Gaston Paris, come le melodie romane pubblicate nel mio opuscolo dal Parisotti ebbero parole di encomio dal dottissimo Bourgault-Ducoudray. E fu questo il primo tentativo di pubblicar con intendimento scientifico i canti e le melodie popolari di Roma. Tuttavia è da osservarsi che la scorrettezza della Raccolta del Menghini devesi in gran parte alle mende tipografiche, che non difettano nell’Archivio del Pitrè.