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80 CAPITOLO III

sua critica demolitrice di tanta parte dell’arte leonardesca, ebbe frasi di calda amnìirazione pei disegni del maestro, felici per bella semplicità di intuito e per spontaneo candore1.

Fra i disegni non esposti della biblioteca Ambrosiana alcuni, schizzati su piccoli fogli, presentano un indubbio sapore leonardesco e possono essere avvicinati ai descritti. Li riproduciamo qui per la prima volta. Il primo presenta una testa di cavallo, di fronte, disegnata a penna su cartina giallognola. L’artista v’ha accennato alla bardatura che ricade sull’ampio petto con un farmaglio a rosone. È assai affine, per tocco, e pel modellato, a un analogo ma più finito disegno dell’Ambrosiana (con la testa però presentata di terza) e con altri schizzi. 11 secondo ripete due volte, accuratamente eseguita a matita, quasi senza varianti, la figura intera del cavallo impennato, le coscie abbondanti, la coda serpeggiante secondo un’idea insistente dell’artista, al quale le due figurette e sopratutto una terza — un cavallo veduto da tergo come in uno dei disegni del palazzo reale di Torino — debbono appartenere. Lo stesso cavallo impennato, un po’ più eretto sulle zampe posteriori, ritorna, eseguito a sanguigna accanto alla figura d’un uomo nudo, visto da tergo. Ma il carattere raffaellesco di quest’ultima figura contribuisce a far ritenere un po’ più tardo anche il vicino disegnetto che abbiam voluto ricordare solo per l’affinità di composizione coi precedenti.

Un altro foglietto offre una figura di cavallo nell’atteggia-



  1. B. Berenson. The Study and criticism of Italian art., London, Bell, 1916.