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I MONUMENTI EQUESTRI 79

basamento, ch’è la ripetizione (men che le figure ornamentali che dalla cornice son portate in basso nel primo) del precedente — e si pensi se sia possibile immaginare in uno spirito artistico così irrequieto e mutabile così strana permanenza dello stesso motivo fondamentale. E ciò, ripetiamolo ancora una volta, mentre nessun accenno del tempo indica nel progetto del monumento sforzesco la presenza di un’arca funebre nella base, chiaramente indicata invece pel monumento trivulziano.

Per tutto questo, e in mancanza di più esplicite indicazioni, c’è parso che la classificazione da noi proposta si adatti alla più normale interpretazione dei documenti scritti come alla naturale evoluzione artistica del maestro. Fino a prova contraria, dobbiamo credere che, per ogni artista di genio, a due diverse commissioni, lontane fra loro d’anni e di intendimenti, debbano corrispondere due ben diverse manifestazioni artistiche.

Perchè anche — saremmo tentati a dire sopratutto — in questo gruppo superbo di disegni si rivela ancora e sempre l’artista di genio. Il moto che anima, sopra tutti gli artisti del Rinascimento, la produzione del nostro, doveva trovare nel soggetto che ci siamo studiati di illustrare la più bella applicazione. Il moto è causa d’ogni vita. Il principio è osservato, meglio che in tutte le altre composizioni, nei disegni dei cavalli nei quali il moto è ottenuto quasi sempre con tratti rapidissimi e originali. Sotto questo aspetto la Battaglia d’Anghiari doveva essere una meraviglia. Ce lo fanno credere le scene di fondo dell’Adorazione dei Magi e certi gruppi di cavalli, nei disegni che abbiamo studiato: che sembran riassumere nel modo più rigoroso una delle caratteristiche maggiori dell’arte di Leonardo. Per questo il Berenson, nella