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78 CAPITOLO III

lombarda, raccolgono i tipi prevalenti, staremmo per dire le tappe principali, dell’idea del maestro pei due monumenti e riproducon certo, come altre incisioni di teste di cavalli ben note, disegni leonardeschi.

In conclusione par lecito dedurre dai disegni che abbiamo veduto che l’ artista differenziasse i due monumenti, oltre che dai basamenti, dall’atteggiamento del cavaliere: il bronzo ricordato del Museo Civico di Milano dà idea chiara di quello in onore del Trivulzio; il disegno di Windsor col duce a braccio steso in avanti o la miniatura della Sforziada e più di tutti lo schizzo che accompagna lo scritto su la forma del cavallo riproducono quello dello Sforza. Non abbiamo elementi più attendibili per una scelta decisiva pel secondo monumento.

Se invece dovessimo accettare la classificazione proposta da Simon Meller — che, come s’è visto, ascrive al monumento sforzesco anche i diversi disegni di Windsor in cui figura, sotto il gruppo equestre, la statua stesa del principe o la sua tomba nell’edicola del basamento, precisamente come nel disegno pel monumento al Trivulzio — arriveremmo a questa conclusione: che in venticinque anni Leonardo non aveva saputo variare la sua idea generale. L’argomento del Meller sì ritorce tal quale a suo danno. Si osservi il più completo dei disegni che egli ritiene pel monumento al Duca — quello in cui il cavaliere sorge su di un’edicola aperta ad archi fiancheggiati da colonne sorgenti da un’ampia base — e lo si confronti col più completo dei quattro disegni pel monumento al maresciallo — in cui la statua equestre è, come le altre dello stesso foglio, troppo sommariamente schizzata e per di più è macchiata così da togliere di concluderne qualcosa di certo sul tipo del gruppo, ma in cui però è chiaramente espressa l’idea del