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I MONUMENTI EQUESTRI 71

ad altri soggetti ispirati dalla tormentosa psicologia umana, richiesti dalla pietà di committenti religiosi, o provocati dalle bizzarre anomalie dei visi, ch’egli ritiene specchi dell’anima, darà elevato senso d’arte, delicatezza sentimentale di pensoso raccoglimento, o arguta caricaturale e pur insuperata espressione lieta o patologica. Ai dipinti donerà delicatezze di sfumature, giuochi di mezze tinte, tenebrori misteriosi a tutti ignoti. Alle ricerche profonde d’analisi scientifica, di sintesi insuperata imprimerà vivacità e modernità d’indirizzi affrontando, non di rado risolvendo, quesiti la cui risoluzione fu riservata al genio. Ma in nessuno dei suoi prodotti Leonardo affronterà con tanta freschezza il vero e lo riprodurrà liberamente, spregiudicatamente, al di fuori e al di sopra dei limiti richiesti da formule accademiche e convenzionali, come in questi meravigliosi disegni di cavalli eseguiti sul vero. L’anatomico, l’intenditore serio di cavalli — tanto difficili da conoscere a fondo — ai quali non possono far velo i preconcetti che in questi ultimi tempi han centuplicato la retorica avvolgente la letteratura vinciana rimangon stupiti, dopo un esame diligente di questi disegni modernissimi eseguiti quattro secoli fa. Sembra a loro che solo una lunga conoscenza dell’anatomia del cavallo, una diuturna confidenza con le abitudini dell’animale, con quei suoi atteggiamenti, con le sue paure interne possano aver ispirato e diretto chi fermò con tanta sicurezza alcune parti finitissime di cavalli in fogli del palazzo reale di Torino, del Museo di Budapest, della Biblioteca di Windsor. L’atteggiamento rigido ma nobile delle zampe anteriori alzate con quel gioco felicissimo di muscoli e di piegature della pelle rigida e tirata del destriero di razza; l’impennarsi improvviso dell’animale di lusso, dai superbi muscoli ma ombroso a ogni stormir di foglia, indo-