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I MONUMENTI EQUESTRI 55

poco arbitrario. Nulla, assolutamente nulla prova che fra Leonardo e il maresciallo Trivulzio fossero a quel soggetto corsi rapporti di qualunque natura. Per di più, è a credere che l' interessamento di Leonardo all’esecuzione di quel sepolcro avvenisse sopra tutto dopo la morte del condottiero e che esso sia stato limitato, come procureremo di provare.

Innanzi tutto, se il Trivulzio dispose fin dal 1504 di essere sepolto nella chiesa di San Nazaro « in arca marmorea elevata a terra saltem brachie 8 vel circha, laborata » lasciava però alla discrezione dell’erede la misura della spesa « in ornamento ecclesiae »; ciò che fa supporre che il suo progetto per il sepolcro non fosse in tutto concretato e, nella sua esecuzione, ammettesse varianti in relazione alla volontà dell’erede, il nipote Gian Francesco Trivulzio. Nessun accenno è fatto, nei vari testamenti o in altre carte del maresciallo, a un interessamento qualunque per Leonardo. Esaminiamo ora la nota vinciana inserta nel codice Atlantico. Essa è senza data e porta il titolo Sepulcro di messer Giovanni lacomo da Treulso. L’opera grandiosa doveva comporsi della statua equestre sorretta da otto colonne coi capitelli di metallo e circondata di otto figure attorno allo imbosamento del cavallo, di una figura del defunto, di sei arpie colli candelieri, di sei tavole con figure e trofei, di festoni e decorazioni minori. Di ogni parte la nota ricordata offre le misure e la spesa che l' esecuzione importerebbe. Vi si parla della pietra che va sotto il morto, della sepoltura, della pietra di che si fa il morto: il che fa ben credere che la nota sia posteriore alla morte del Trivulzio che avvenne nel dicembre 1518, a pena quattro mesi prima di quella di Leonardo. Sembra poco probabile che la nota sia stata stesa vivente ancora il Trivulzio — anche se questi, secondo un uso non raro