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54 CAPITOLO III

vulzio e la vedova, a onore del consorte e in omaggio al suo desiderio, volle dare nuovo e più vigoroso impulso ai lavori della cappella, così da dover chiedere l’aiuto di altri dieci « marmorini » alla fabbrica del Duomo. Ma i successivi avvenimenti politici non permisero che si attuasse il progetto grandioso primitivo; e ogni cosa si arrestò nel 1536, quando venne a morire l’architetto (1).

L’intervento di Leonardo in quell’opera è ancora avvolto in non poco mistero per quanto riguarda il periodo in cui vi si dedicò e la portata precisa del suo lavoro. L’intervento stesso non è matematicamente — ci si passi la parola — provato. Esso si fonda esclusivamente su una lunga, particolareggiata nota di spese pel monumento equestre al Trivulzio inserta nel fol. 179 del Codice Atlantico e sempre ritenuta come riferentesi a un lavoro, a un progetto almeno di Leonardo, fin da quando Gilberto Govi la riportò (2). La nota, non datata ne in alcun modo riferibile a un anno preciso, viene ritenuta del 1511 circa dal Solmi, del 1506-1507 dal Beltrami (3). Il quale — interpretando la mancanza di accenni alla tomba nel testamento del maresciallo del 1504 e nei successivi col fatto dell’assenza da Milano di Leonardo e spiegando invece un mutamento delle disposizioni testamentarie col ritorno di Leonardo a Milano — ritiene «senza nessun dubbio» che Leonardo venisse richiesto dal Trivulzio per l' esecuzione del proprio monumento. Ma tuttociò è non



  1. P. Mezzanotte, La Cappella Trivulziana presso la basilica di San Nazaro Maggiore, in « Arch. St. Lombardo », a. XXXIX, fasc. XXXVI
  2. Negli « Atti della R. Accademia dei Lincei » del 1881, giugno.
  3. L. Beltrami, La ricostituzione del monumento sepolcrale per il maresciallo Trivulzio in Milano di Leonardo da Vinci, nella « Lettura » del febbr. 1920