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leonardo col rustici e col verrocchio 17

del maestro con la magnifica figura del Colleoni e ci si troverà sconcertati ad attribuirla al Verrocchio, senza ammettere l’intervento di una forza nuova in aiuto dello scultore. V’è una analogia iconografica indubbia fra il viso del condottiero famoso e quello del soldato vòlto di profilo a destra nella Decollazione di san Giovanni. Ebbene: quest’ultimo sembra una caricatura in confronto a quello, non tanto perchè l’artista si sia studiato di imprimere una smorfia allo sgherro per renderlo sgradevole, secondo una consuetudine del tempo, quanto perchè il tormento della tecnica insistente nell’incavar piani delle occhiaie e sotto la bocca e sotto gli zigomi e nei capelli contrasta troppo con la larghezza di fattura del viso del Colleoni, a piani sapienti eseguiti con misura. Il cavaliere è piantato in arcioni con un’imponenza impressionante, con una coscienza e una scienza della gravità dei corpi, dell’equilibrio delle masse, dell’effetto che deriva dalla solennità della misura quale, con tutta la miglior buona volontà, si cercherebbe invano in quel bassorilievo, finito quando incominciava il monumento equestre. Il bassorilievo della Decollazione ha errori di prospettiva nello sgherro seminudo, nelle figure del secondo piano e nello stesso tempo esagerazioni di atteggiamenti e di ostentati sentimenti interni, sopraffatti da una decorazione che non dà respiro, così da intonarsi perfettamente all’ambiente fiorentino del suo tempo. La figura del Colleoni è invece del tutto ispirata a intendimenti moderni e nuovi.

La decorazione minuta e troppo fine nell’armatura e nella sella del capitano e nelle bardature del cavallo per essere vista dal basso non manca, è vero, nel gruppo equestre; e sopratutto si svolge nel basamento alto, esile, ricchissimo. Ma ha tutta l’aria d’esser stato messo come una concessione ai