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LEONARDO COL RUSTICI E COL VERROCCHIO 15

esser scultore per sapere che, oltre che di genio o più modestamente d’ingegno, per tali lavori è questione di pratica; per la quale ben poco potevano aver giovato le testine in terracotta e i lavorucci di che ci parlano il Vasari e il Lomazzo.

E indubitato che il monumento al Colleoni rappresenta, nell' opera delicata del Verrocchio, una sorpresa. Nessun anello congiunge le opere precedenti, squisite ma non audaci, a questa, superba e grandiosa. Perchè i lavori suoi di scultura sicuri — Cristo e San Tommaso per Orsanmichele, la tomba De* Medici, il Davide, il genietto di Palazzo Vecchio, la terracotta di villa Careggi, il sepolcro Tornabuoni, le sculture sul monumento Forteguerri finite, sembra, da scolari, la Madonna col Bambino del Museo Nazionale di Firenze — rivelano costantemente un artista preoccupato di imprimere eleganza, grazia, nobiltà alle sue figure, ma non provano ch’egli con altrettanta fortuna riuscisse a dar loro, quando fosse il caso, potenza e vigore. Davide è per lui esclusivamente il giovanetto delicato di forme e piacente, nella sua tunica attillata che l' orafo ha finemente ornata nei bordi: la enorme testa di Golia a’ suoi piedi, nonostante la elaborazione infinita dei piani del viso molle e ammanierato, non è ne forte ne truce e può esser scambiata con quella di un Redentore. I bassorilievi del sepolcro di Francesca Tornabuoni, fra le tante figure leziosamente doloranti, non ne presentano una sola che riveli vigore e grandiosità. Il gruppo «dell’incredulità di San Tommaso» in Orsammichele (gruppo nel quale fu- veduto il prototipo del Cristo e degli Apostoli di Leonardo) (1) è di una nobiltà cui nuoce il lavorio delle



  1. A. Venturi, op. cit., VI.