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8 CAPITOLO I

nardo. «Questa è la essenza dell’arte del Rustici: essa è leonardesca con tendenze michelangiolesche». A riprova della giustezza della nuova paternità artistica del bel tondo del Bargello rimangono una descrizione e l’attribuzione al Rustici del Vasari.

Potremmo aggiungere che basta confrontare il grazioso Bambino paffuto, con quell’atteggiamento vivace nelle gambette divergenti, con molti delle pitture lombarde di derivazione leonardesca (specialmente del Solari) per trovare fra quello e questi un’aria di famiglia.

Nella collezione Home a Firenze è un piccolo gruppo in terracotta, (additatoci dal conte C. Gamba) con tracce dell’antica doratura, raffigurante un guerriero (mutilato delle braccia) nudo, sul cavallo impennato, sotto il quale un nemico caduto, pur nudo, accenna a difendersi col braccio sinistro alzato, piegato a reggere lo scudo, che andò perduto. Il gruppo un po’ tozzo, sommario d’esecuzione, già esente dalla influenza verrocchiesca, appartiene a un artista fiorentino dell’inizio del Cinquecento. l’è qualcosa del Rustici e di leonardesco insieme nella figura del caduto, con quella pesante testa calva e rotonda così affine a quella nella figura del Levita nel Battistero e ai disegni di Leonardo ricordati precedentemente.

Questo gruppo della casa Home ripete un motivo caro a Leonardo, che lo pose nel fondo dell’Adorazione dei Magi, e lo ripetè in più d’un disegno schizzato pel monumento equestre nel periodo milanese, come vedremo. Ma il motivo era già frequente nell’arte classica a cui Leonardo certo lo tolse rammodernandolo.

Nel Museo Nazionale di Firenze una testa virile calva entro un ovale, di cui si ignora l’origine, ricorderà ancora la