Pagina:Francesco Malaguzzi Valeri - Leonardo da Vinci e la scultura, Bologna, 1922.djvu/117


l'arte di Leonardo nella scultura del tempo 107

Di Cristoforo Solari rintracciammo alcuni accurati disegni a penna, preparati per essere tradotti in bassorilievo, nella collezione della Biblioteca Ambrosiana, nelle cartelle dei disegni non esposti. Un foglio — segnato, in antico, dinnanzi e a tergo Del Gobbo scultore Milanese — rappresenta la Annunciazione, a slanciate figure in piedi e Giuditta con la testa di Oloferne nella sinistra. Un altro, evidentemente disegnato dalla stessa mano, presenta un bel gruppo della Pietà, finemente e accuratamente tratteggiato; e il gruppo, con qualche variante, ritorna in un disegno più piccolo. I caratteri leonardeschi appaiono bene nell'eleganza delle figure alte, lungo chiomate, nella nobiltà dei panneggiamenti ben condotti, nella lumeggiatura del tratteggio paziente e abile.

Nella stessa raccolta (vetrina II, antina 9) in un foglio sette disegni a matita giovaron forse per un San Sebastiano legato e potrebbero rappresentare gli studi di uno scultore lombardo di quel periodo per una delle statue del Duomo di Milano.

Altro scultore lombardo non insensibile all'arte nuova ch'ebbe a maggior rappresentante nella regione Leonardo da Vinci fu Andrea Fusina. Nel monumento dell’arcivescovo Birago in Santa Maria della Passione e in quello di Battista Bagaroto oggi conservato nel Museo Archeologico — del 1495 il primo, del 1517 il secondo, entrambi quindi sorti nel periodo del trionfo dell’arte leonardesca — - egli sfoggiò, alla moda lombarda, decorazioni esuberanti a scapito della severità dell’opera d’arte1. 11 repertorio dei motivi ornamentali appartiene ancora a quello più usato dai maestri lombardi in quel periodo e che trionfa sulla fronte della

  1. F. MALAGUZZI VALERI, Note sulla scultura lombarda. Il Fusina e il Caradosso, in «Rassegna d'Arte», novembre 1905.